La condizione post-moderna

Che si parli di precariato metropolitano o crisi generazionale (postcomunisti, postmoderni, postindustriali) siamo tutti carne al botulino di questo occidente impazzito. O forse è solo il mio particolarissimo frangente percettivo. Le verità vacillano e i dubbi bruciano. Perché 29 anni è un’età con-fine e frontiera. La fine che delimita, costringe, chiude, opprime e segna il passaggio da uno stadio ad un altro. Ma quando i contorni di ciò che sei producono asimmetrie, tendono a sfumare e si alterano diventa inattuabile ogni possibile svolgimento ulteriore. In una negazione disperata e accusatoria del contemporaneo, mi muovo da un tempo concluso, in perenne fuga da me stessa al presente e lungo l’asse del mio divenire, verso un futuro che non si percepisce, non si scorge e se cerchi di respirarlo la nausea appesta i sensi e l’immaginario è quello di un acido che sale male. Se solo l’insopportabile contrappeso della leggerezza si dissolvesse sarebbe possibile abbandonarsi alla vertigine da caduta, il dopo muterebbe da predizione nefasta a frontiera avverabile dove tutti i possibili io sboccerebbero come fiori del male.

Le chateau des Pyrénées, (Il castello dei Pirenei)

René Magritte

Ridiamoci su..

Marx affermava che l’ideologia dominante è il pensiero della classe egemone; sono dell’idea che questa affermazione possa essere trasposta in toto anche ai rapporti uomo-donna: il pensiero dominante è il pensiero del genere dominante, ovvero quello maschile, il pensiero che presenta come neutro e valente per tutti un determinato modello che viene quindi accettato dalla società e fa sì che un velo di falsa neutralità la ricopra.

Voglio fare una considerazione generale: il mondo è formato da uomini e donne. Questa affermazione, che sembra assurda ed ovvia, va sempre ribadita, perché l’esistenza delle donne è spesso “nascosta” dietro espressioni solo apparentemente neutrali (“i Diritti dell’Uomo”, “l’uomo e la natura”, “le scoperte dell’uomo”, etc.). Il linguaggio infatti non è neutro, in quanto struttura simbolica dotata di significato ma anche produttrice di senso, assume un ruolo determinante nella formazione della coscienza di sé, della visione del mondo e della propria collocazione in esso.

Viviamo in una delle cosiddette società avanzate eppure esistono grandi differenze e disuguaglianze coperte da una coltre di ideologia e di falsa coscienza. Vi è una divisione sociale di ruoli che tutt’ora resiste alle volontà di cambiamento.
Vi elenco ora alcuni dati: in Europa la retribuzione media di una donna è tra il 50 ed il 70% di quella maschile, nonostante le varie leggi sulle pari opportunità. Le banche centrali di tutti e 27 gli Stati membri dell'UE sono dirette da un governatore uomo. In Europa più del 44% di tutti i lavoratori sono donne, ma soltanto il 32% dei dirigenti d'azienda sono donne. La sottorappresentazione delle donne ai vertici è un fenomeno ancora più marcato nelle grandi imprese in cui sono gli uomini a occupare circa il 90% dei posti nel consiglio di amministrazione.
Per quanto riguarda la sfera politica, tutti abbiamo chiaro che questo mondo sia dominato dagli uomini: i poteri legislativo ed esecutivo sono esercitati per il 95% da uomini, le donne sono assolutamente e pesantemente sottorappresentate.

Per esorcizzare l'aborto..


vignetta

L'otto marzo è passato la piazza è stata entusiasmante [Guardate le foto di Firenze, Palermo, Milano e ancora foto dal corteo di Bologna. Purtroppo tg e testate nazionali hanno volutamente ignorato il fatto che decine di migliaia di donne hanno scelto di non partecipare alla manifestazione "nazionale" indetta dai sindacati e, coerentemente alla scelta fatta dall'assemblea femminista e lesbica del 12 gennaio, hanno manifesteto a modo loro. I telegiornali nazionali ci fanno vedere anche la piazza di un triste giuliano ferrara (leggete questa irrinunciabile cronaca), accompagnato da un ancora più triste e in pieno delirio mistico giovanni lindo ferretti (sic!) dalla quale viene fuori l'ultima genialata dell'odioso antiabortista: dare un nome a tutti i feti abortiti.

Per approfondimenti: http://femminismo-a-sud.noblogs.org/
p.s. grazie fikasicula (siamo neofite)
e saluti femministi.


Tra la festa il rito il silenzio, scegliamo la lotta.

Non voglio spendermi troppo nel palesarvi il mio disgusto per questa giornata dell’otto marzo che da troppi anni ormai si è aggiunta alla lista delle feste da consumismo idiota. Lascio ai venditori di mimose e cioccolatini la gioia dei festeggiamenti.

Il mio unico sentimento oggi è di indignazione. Era il maggio del 78 quando con una maggioranza risicata (308 voti contro 275) venne approvata la 194. Il 19 febbraio del 2004 in italia viene approvata la legge 40 sulla fecondazione assistita. Una legge oscurantista, omofoba, feroce, animata dal peggior familismo.
Il 14 gennaio del 2006 a milano in 250mila, per la maggioranza donne, scendono in piazza a difesa della 194 e per il loro diritto all’autodeterminazione. Sono passati due anni, la cronaca di questi giorni la conosciamo sin troppo bene. A distanza di trent’anni il tema della procreazione è terreno di conflitto. Stiamo parlando di un diritto inalienabile e si tirano in ballo arroganti e ipocriti principi etici di “difesa della vita” per negare l’autodeterminazione dei soggetti. Com'è possibile che un’entità biologica in divenire, la vita in mera astrazione debba esser tutelata e difesa a scapito dei diritti di persone fatte, coscienti e senzienti. Come se il corpo della donna fosse imballaggio a perdere rispetto all’inviolabilità del prodotto. Così come per gli obbiettori di coscienza: non si vede perché il diritto di uno a non praticare aborti debba essere garantito anche a scapito del diritto delle donne ad abortire..
Qualcuno ha detto che se la gravidanza fosse faccenda di uomini, l’aborto si farebbe dal barbiere..
La cosa grave è che la strategia posta in atto giorno dopo giorno da papi, preti e politici affiliati non mira a proibire ma a criminalizzare. Si usano le grandi filosofie morali in modo strumentale e vigliacco per inchiodare le donne al ruolo di progenitrici ubbidienti in nome di un mai sopito impulso al controllo dei corpi, dei sentimenti, degli affetti.

Per ringraziare Frida....


Un pò perchè mi sento in colpa...e un pò per ringraziare la nostra Frida per tutto il lavoro che fa...ah...e per non deludere le sue speranze domattina, quando sbircerà nel blog per vedere se la sua "ramanzina" ha sortito un qualche effetto..


Ma...solo un saluto!!! Che c'è un bel pò di vino che circola allegro nel mio corpo dopo questa serata...

Belle che siamo!

Olivia