I monologhi della vagina

La vagina non è semplicemente un organo del nostro corpo, ma anche la rappresentazione della nostra individualità.



Primo monologo dal titolo "i peli"



L'inondazione




Riabilitare la fica



"La mia vagina era il mio villaggio".
monologo scritto sulla base delle testimonianze delle donne vittime di stupro in Bosnia.



Monologo conclusivo dal titolo "Io ero lì nella stanza"in cui Eve Ensler descrive la nascita di sua nipote



La mia vagina è arrabiata
una donna si sfoga ironicamente per le ingiustizie fatte alla vagina, come gli assorbenti e gli strumenti usati dai ginecologi.



Trovate tutti gli spezzoni dello spettacolo su youtube

:LADYFEST_ROMA 2009::

LADYFEST E' UN FESTIVAL NO-PROFIT AUTOPRODOTTO ED ORGANIZZATO DA DONNE, NATO AL FINE DI PROMUOVERE L'ARTE FEMMINILE IN OGNI SUA FORMA. IL PRIMO FESTIVAL, FIGLIO DEL MOVIMENTO DELLE RIOT GRRRLS DEGLI ANNI '90, E' STATO ORGANIZZATO AD OLYMPIA NEL 2000.

“LADY IS FICKLE”

(Forse sei una Lady e ancora non lo sai).

Le Ladies hanno scelto il termine Lady perché il termine donna non basta più.

Le Ladies non polemizzano, fanno: usano la creatività non soltanto come strumento di autocelebrazione o commercio, ma come arma sottile per scardinare nel profondo strutture e modelli sociali avariati.

Le Ladies non bruciano più i reggiseni da un pezzo, visto quello che costano, ma usano merletti, boxer, baffi e mini come oggetti performativi e strumenti di azione politica.

Le Ladies rifiutano le mancate prese di posizione, in un momento in cui essere neutre equivale ad essere complici di giochi di potere legittimati ogni giorno dall’incessante terrorismo mediatico.

Le Ladies prediligono le relazioni orizzontali alle strutture verticali e rifiutano il concetto di leadership, espressione di una cultura machista e autoritaria, che rimbalza fuori dalle loro vite al suono di grasse risate.

Le Ladies non credono che la biologia sia destino, né tanto meno il genere. Intendono sesso e genere come categorie utilizzate troppo spesso per fini restrittivi e violenti. Le loro vite e i loro corpi sono eccedenti/eccentrici rispetto a quei modelli così come le loro sessualità e la loro dirompente curiosità. Non si riconoscono nella distinzione maschio/femmina né pensano che la femminilità sia “quel qualcosa di speciale” che le contraddistingue. Rifiutano questo terreno fertile di stereotipi e costrizioni e qualsiasi forma di discriminazione e violenza basata sulla razza, sul genere e sulle scelte sessuali.

Le Ladies sono attratte dai cambiamenti e spesso assumono nuove forme, perché avere una sola identità le fa sentire strette e asciutte.

Le Ladies pensano che la trasformazione dell’esistente passa attraverso quella delle idee e dei linguaggi, e che la trasformazione di questi avvenga attraverso lo scambio e la comunicazione. Per questo si muovono tanto negli spazi indipendenti ed autogestiti quanto in ogni luogo che contenga in sé un germe di possibile apertura, utilizzando il contenitore aperto Ladyfest per scambiare contenuti e nuove idee.

Le Ladies non amano il tiepido. Provengono ognuna da mondi diversi ma hanno dentro tutte lo stesso fuoco: i loro mantra sono autodeterminazione, desiderio e sperimentazione.


Rete Ladyfest Roma

La donna ai tempi del fascismo

Il Comune di Roma nella persona di Alemanno Gianni e della sua accozzaglia di fascisti e ultracattolici vari è dalla parte delle donne, almeno così recitano i manifesti a firma di questa giunta con cui hanno tappezzato la città.

D'altra parte Alemanno non potrebbe fare altrimenti, essendo sposato con Isabella Rauti, Capo dipartimento del Ministero delle Pari Opportunità.
E visto che l'8 marzo è diventata la retorica "festa" della donna, i geniali governanti capitolini hanno scelto di festeggiarlo organizzando due importanti iniziative:
Un incontro patrocinato dal comune con i fascisti di CasaPovnd sulla "donna come madre" e il concerto di un cantante noto per le sue posizioni assolutamente non sessiste: Franco Califano.
Eh sì ai tempi del fascismo la donna se non e' madre è madonna, sposa o puttana.
La "lotta" alla violenza sulle donne prosegue....

Appuntamenti:

Approfondimenti

Ancora Donne in Movimento


Sommosse in Torino:

sabato 7 marzo 2009 - Appello per la manifestazione contro la violenza sulle donne e le leggi razziste


Sommosse

--->>>Torino 7 marzo ore 15.00: Appello per la manifestazione contro la violenza sulle donne e le leggi razziste || Adesso basta. Noi non abbiamo paura!

dlfto@inventati.org

http://sommossetorino.noblogs.org

Palermo 8 marzo: Il nostro corpo non è un campo di battaglia

8 marzo 2009

Il nostro corpo non è un campo di battaglia

DOBBIAMO RIPRENDERE IN MANO LE REDINI DELLE NOSTRE VITE, SVINCOLARCI DALLE IMPOSIZIONI E OPPRESSIONI, COMINCIARE A ESPLICITARE LE NOSTRE VOLONTA', PASSIONI, E DESIDERI. NON SIAMO UN SOGGETTO DEBOLE E NON ABBIAMO BISOGNO DI ESSERE DIFESE DA NESSUNO!
LOTTIAMO SOLO PER UNA SOCIETA’ DIVERSA FATTA ANCHE A MISURA DEI NOSTRI BISOGNI.
A NOI SPETTA IL RUOLO DI LIBERARCI, DI AUTODETERMINARCI!

Domenica 8 marzo presidio Piazza Politeama ore 10.00

CollettivoMalefimmine: malefimmine@gmail.com - www.malefimmine.noblogs.org - www.myspace.com/malefimmine

Catania 7 marzo: Diamo vita al pacchetto bellezza

DONNE, DIAMO VITA AL “PACCHETTO BELLEZZA”
Dedicata ad Anna Politkovskaia, giornalista russa, uccisa perché amava la verità

Per cancellare le violenze che ci vengono fatte

E’ COSI’, siamo infuriate ed esasperate per tutta la valanga di violenza che oggi noi donne italiane e migranti stiamo subendo a causa di comportamenti maschili oltraggiosi e devastanti!

E’ in atto un tentativo determinato ad annientare la grandezza e la gioiosità femminile che va dalla violenza sessuale che devasta corpi e anime, esercitata da maschi soli o in branco, sconosciuti o parenti, alla violenza delle guerre, le cui conseguenze ricadono ancor più sulle donne, sui loro figli e sulle loro case. L’esperienza femminile ci dice che le guerre da qualunque parte si combattano, usano mezzi che ci sono estranei per i quali noi donne non siamo altro che “bottino di guerra”.

A questo aggiungiamo il tentativo costante da parte del maschile di cancellarci dalla scena del mondo, sia con l’uso misogino del linguaggio sia ignorando (mass-media compiacenti) tutto quello che noi donne diciamo e facciamo. L’immagine pubblica che si dà delle donne, a meno che non si tratti di donne potenti omologate a logiche maschili, è quella della vittima e della supplice bisognosa di tutela, o quella della velina un po’ porno che si atteggia ad oca per compiacere i maschi. Anche la violenza sulle lesbiche, in costante aumento, dimostra che l’autonomia femminile viene percepita come fattore destabilizzante dal sistema patriarcale, che da una parte produce questa violenza sulle donne e dall’altra affida agli uomini delle famigerate ronde la loro protezione.

Non finisce qui. La recente battaglia che si è giocata a colpi di testosterone, leggi e sentenze sul corpo della povera Eluana Englaro, la dice lunga sulla sete che muove la maggior parte degli uomini a cercare di “penetrare e di appropriarsi” della scienza della vita e della morte di cui noi donne siamo custodi e depositarie, essendoci tramandate da madre in figlia e da anziana a giovane, i saperi, le gioie e i dolori di come ci si deve prendere cura, volta per volta, di un corpo che nasce o di un corpo che muore.

Vogliamo dire anche la nostra sulla situazione dell’ambiente e della città dove viviamo!! Questi luoghi stanno divenendo sempre meno accoglienti, refrattari alle relazioni, inospitali soprattutto per le donne che, a causa del dissesto finanziario dovuto alle strategie aberranti dell’amministrazione cittadina, sono costrette a non circolare più la sera per paura di subire violenza in quartieri e zone della città rimaste al buio. Ci lasciano anche esterrefatte proposte come quella della ministra Prestigiacomo che nulla hanno a che fare con la verità e il senso dell’esistenza, di trasformare la Sicilia in un contenitore di centrali nucleari, come se non bastassero le scorie radioattive seppellite nelle nostre discariche o le armi della base militare N.A.T.O. di Sigonella e di tutte le altre postazioni militari in Sicilia, e di tutte le altre postazioni militari in Sicilia, come il M.U.O.S. a Niscemi, di cui la gente comune non deve sapere niente.

VOGLIAMO ANDARE OLTRE LO SDEGNO E LA PAURA PERCHE’ CONSIDERIAMO INACCETTABILE TUTTO QUANTO STA AVVENENDO A NOSTRE SPESE E SULLA NOSTRA PELLE!!!

VOGLIAMO INFRANGERE IL CIRCOLO VIZIOSO E OGNI LEGAME CHE CI TIENE IMPIGLIATE AD UN MASCHILE CHE CI SVILISCE!!!

Sabato mattina 7 marzo tutte presenti in piazza Mazzini dalle 9.00 alle 13.00 con il “PACCHETTO BELLEZZA”

Con tavoli colorati disposti a semicerchio, documenti ed immagini, musiche, proiezioni e microfoni aperti per affermare la positività e la bellezza che paratichiamo e produciamo nelle nostre vite.

Un “PACCHETTO BELLEZZA” promosso da noi donne decise a non lasciarci sopraffare dalla violenza-bruttezza di certo maschile. Ritroviamoci in piazza per vivere e costruire insieme un 8 marzo a Catania da non dimenticare.

IL MOVIMENTO DELLE FEMMINISTE E LESBICHE CATANESI

Giornata della donna - manifestazione sabato 7 marzo 2009
ore 9.00/13.00 Piazza Mazzini

Rete delle Donne di Bologna

LA VIOLENZA SULLE DONNE NON È UNA QUESTIONE DI ORDINE PUBBLICO È UN PROBLEMA “CULTURALE” SOCIALE ED IN SOSTANZA POLITICO

PRENDIAMO INSIEME PAROLA PUBBLICA DICIAMO NO ALLA VIOLENZA MASCHILE

SABATO 7 MARZO’09

CORTEO NOTTURNO DI DONNE E LESBICHE CONCENTRAMENTO ALLE H.20 IN PIAZZA DELL’UNITÀ

Le ronde e la doppia morale...


Da una parte le ronde, dall’altra la diffusione continua, cieca, soddisfatta di immagini femminili che alla cultura dello stupro appartengono: ma legittimate dall’uso - reiterato anch’esso - del termine “ironia”.
Parla di ironia l’amministratore delegato della Relish dopo l’intervento di diverse amministrazioni comunali contro i manifesti pubblicitari che mostrano due ragazze molestate da due agenti di polizia. E aggiunge le due fatidiche parole: “gogna mediatica”. Nei loro confronti, naturalmente.
Usano lo stesso termine i difensori della pubblicità della Guinness..Non è un paese per donne.

pubbicità guinness
le ronde all'Esquilino

COME RISPONDERE ALLA VIOLENZA E ALLA CULTURA DELLE RONDE del Comitato Madri per Roma Città Aperta

Il nostro comitato “Madri per Roma Città Aperta” si è formato intorno a Stefania Zuccari, madre di Renato Biagetti, giovane di 26 anni accoltellato nel 2006 a Focene alla fine di un concerto di musica reggae per mano di due giovani aggressori animati da una sottocultura di violenza e di intolleranza.
L’assassinio di Renato è stato il culmine tragico di una lunga serie di aggressioni verificatesi nella nostra città e inutilmente denunciate. Dopo la morte di Renato, a Roma le aggressioni continuano, sono aumentate le disparità sociali, i disagi alloggiativi e il precariato selvaggio, con un ritardo da parte delle istituzioni nella valutazione delle condizioni di degrado createsi nella città e un’inefficacia degli interventi risolutivi offerti. Tutto questo crea un’impressione diffusa di “disordine”, di incertezza e di paura alimentata in questo dai media, che non aiutano a leggere i fatti di violenza in un contesto reale, scegliendo di volta in volta una visuale di comodo. Come nel caso in cui a delinquere sono cittadini stranieri o come nel caso degli stupri, che avvengono per la quasi totalità tra le mura di casa.
Leggi tutto: COME RISPONDERE ALLA VIOLENZA E ALLA CULTURA DELLE RONDE del Comitato Madri per Roma Città Aperta
da ZeroViolenzaDonne.it

L’Associazione Federativa Femminista Internazionale invita oggi associazioni e donne a un’assemblea “contro la barbarie”

(Roma) Vediamoci subito! Contro la Barbarie. L’AFFI - Associazione Federativa Femminista Internazionale invita donne e associazioni a partecipare all’Assemblea che si terrà oggi, martedì 17 febbraio, alle ore 18.00 alla Casa Internazionale delle donne (Via della Lungara, 19), per “discutere e decidere ancora una volta Insieme, cosa fare contro stupri,

femminicidi, incendio di esseri umani, ronde,razzismi,omofobia,contro la volgarità di chi vuole strumentalizzare le nostre vite”.

“Per uscire dal silenzio” per “riprenderci la parola” per “riprenderci la notte” per non essere espropriate della capacità di vivere e decidere di noi stesse, in una parola, per la nostra autodeterminazione e una vita libera da paure, padroni, false sicurezze militarizzate e totalitarismi religiosi”.

Info: AFFI, Via della Lungara, 19, 00165 Roma, e-mail affiassociazioni@yahoo.it

Autodeterminazione, Laicita’, Antifascismo, Liberazione, Cittadinanza

Denunciamo le connivenze tra stato e chiesa nella gestione delle politiche securitarie, razziste, transfobiche, lesbofobe, omofobe e misogine e torniamo di nuovo in piazza il 14 febbraio 2009, con la manifestazione NO VAT per
· l’autodeterminazione e la libertà di scelta responsabile in ogni fase della vita;
· l'istruzione pubblica e laica e l'abolizione dell'ora di religione;
· un sistema sanitario pubblico e laico;
· uno stato sociale che risponda alle necessità reali dei diversi soggetti;
· i diritti e la piena cittadinanza di lesbiche, trans, gay e migranti;
· l’eliminazione delle leggi ideologiche dettate dal Vaticano e la cancellazione della legge 40/2004 sulla procreazione medicalmente assistita;
· l'abolizione del Concordato e dei privilegi derivanti (esenzione ICI, otto per mille…)

Coordinamento Facciamo Breccia

SACRIFICI UMANI ALL’ALTARE DI RATZINGHER


Beppino Englaro, un uomo un padre che da 17 anni si spende per il diritto all'autodeterminazione di sua figlia. Siamo con te.

da femminismo a sud:

--->Sabato 7 febbraio iniziative in molte città d'italia: Firenze ore 12.00 e poi anche ore 18.00 davanti alla Prefettura in Via Cavour 1 (due diversi presìdi); Palermo ore 17.00 davanti alla Prefettura in Via Cavour n.6; Roma ore 17.00 davanti Palazzo Chigi; Bologna, 17.30 piazza nettuno; Torino ore 11.00 piazza castello davanti la prefettura; Milano ore 15.00 davanti al tribunale e ore 17.00 piazza san babila; Mestre ore 11.00 davanti al municipio; Sassari 10.30 sotto i portici di piazza castello; Genova ore 10.30 davanti alla prefettura; Napoli ore 12.00 davanti alla prefettura in piazza plebiscito; Mantova alle ore 10.30 in via principe amedeo davanti alla prefettura; Milano 8 febbraio ore 13.00 davanti arcivescovado piazza fontana; Torino 8 febbraio ore 19.00 via santa giulia 64 serata No Vat; Firenze 7 e 8 febbraio due giornate per discutere di laicità - QUI tutte le informazioni e sempre a Firenze 7 febbraio alle 15.00 in piazza della costituzione ci sarà un presidio antifascista; Pisa 10 febbraio ore 17.30 largo ciro menotti, laicità contro decreto; [Se ci sono altre iniziative ditelo tra i commenti che aggiungiamo]

Da Il paese delle Donne on line


Presidio delle donne davanti al Campidoglio

Un centinaio di donne hanno manifestato contro «l'ipocrisia delle istituzioni»
Ieri era prevista una seduta straordinaria del Consiglio Comunale per discutere una serie di provvedimenti speciali per la sicurezza delle donne. I coordinamenti di femministe e lesbiche hanno per questo motivo indetto un presidio. «Le istituzioni e i media ancora una volta - hanno detto le manifestanti - non hanno alcun ritegno nell'usare le donne che già subiscono violenza per parlare di altro e per distogliere l'attenzione dal fatto che la violenza contro le donne da sempre la compiono uomini - di qualunque nazionalità e classe sociale essi siano»
---->>continua
- SPECIALE. Magdalena la storia dimenticata

La violenza contro le donne non dipende dal passaporto la fanno gli uomini

RICEVIAMO E PUBBLICHIAMO DA leribellule
Invitiamo tutte a partecipare a un presidio contro la violenza maschile sulle donne,
giovedì 29 gennaio - ore 16

Il Comune di Roma ha indetto per giovedì 29 gennaio (dalle ore 16) una seduta straordinaria del consiglio comunale per discutere una serie di provvedimenti speciali per la "sicurezza" delle donne.Le istituzioni e i media ancora una volta non hanno alcun ritegno nell'usarele donne che già subiscono violenza per parlare di altro e per distoglierel'attenzione dal fatto che la violenza contro le donne la compiono sempre uomini - di qualunque nazionalità e classe sociale essi siano. Al fatto che le donne in Italia subiscono violenze o vengono uccise da familiari, ex o conoscenti nel 90% dei casi (dai Istat), la politica e leistituzioni non hanno mai risposto con alcun 'consiglio straordinario', perché vorrebbe dire ammettere che c'è un intero sistema sociale edeconomico che sfrutta le donne e cerca di controllare le loro vite con la'cultura' dello stupro.
LE DONNE INSIEME POSSONO SCONFIGGERE LA PAURA DELLO STUPRO,
POSSONO DENUNCIARE E DIFENDERSI
L'Assemblea romana di femministe e lesbiche
sommosse_roma@autistici.org*

Un mese tremendo

Tra lo stupro di capodanno, quello di Via Andersen a Roma e quello di Guidonia, a l’Aquila un gruppo di ragazzi hanno tentato di violentare una compagna di classe a scuola, a Palermo un padre per almeno due anni ha violentato la figlia dodicenne, in altre parti dello stivale, un uomo di 28 anni ha violentato le nipoti, un marito ha preavvisato la moglie con un sms che andava ad ammazzarla, e così ha fatto, un altro di 94 anni ha ammazzato la moglie con il soffietto del camino e un altro ancora l’ha ammazzata con un ciocco di legno.
Un biglietto da visita di inizio d’anno
scritto col sangue delle donne.

Per FABER

Per Gaza.



Se Hamas non esistesse Chiariamo una cosa definitivamente. Se la degradazione e la mutilazione all'ingrosso di Gaza continuerà; se la volontà di Israele è all'unisono con quella degli Stati Uniti; se...

Ho le mie cose!

LE MESTRUAZIONI IN MUSICA
What a drag/ to be on the rag” (“Che scocciatura/ avere le mestruazioni”) cantavano le Lunachicks in “Plugg” (dall’album “Binge And Purge” del 1992).E come dar loro torto? Anche se per qualche donna il ciclo mestruale merita di essere celebrato quale icona di femminilità e potere, la realtà è che le mestruazioni sono soprattutto una faccenda fastidiosa, costosa e spesso dolorosa. Come se questo non bastasse, e nonostante il ciclo sia un avvenimento naturale, da sempre è circondato da un alone di silenzio, imbarazzo, e pregiudizi, terreno fertile per la nascita di assurde leggende e divieti. Non si parla delle mestruazioni. Se proprio si deve, non si chiamano con il loro nome, ma con i mille appellativi fantasiosi inventati apposta (“le mie cose”, “il marchese” etc.). Anche nella società moderna, l’argomento è ancora tabù. Ad esempio, nelle pubblicità di assorbenti e tamponi il sangue mestruale è di colore blu e non rosso.Del mestruo ne parlano invece spesso le fanzine riot grrrl o punk-femministe, dai primi anni ’90 ad oggi, accanto ad altri argomenti che riguardano il corpo femminile, come i disordini alimentari, lo stupro, l’aborto: dall’americana “Hag Rag” di Tanya, che produce anche assorbenti riciclabili in tessuti fantasia (vedi il sito web: http://www.hagrag.bigstep.com), alle italiane “Whoooyeah” di Reic (nel numero sei: fumetto “Lose the tampon”, articolo sulla presunta pericolosità degli assorbenti interni e sui metodi alternativi) e “Sisters’ zine” di Consuelo (con il numero sei in omaggio un O.B.!).Ai Ladyfest, inoltre, i banchetti che vendono alternative ai tamponi accanto a dischi punk e fanzine non sono una vista rara. Durante alcuni di questi festival si svolgono addirittura dei workshop sulla “Radical Menstruation”, in cui si discute sull’industria degli assorbenti, considerati dannosi per la salute e per l’ambiente, s’impara a confezionare da sole la propria “protezione femminile” e a ridurre i crampi e i dolori del ciclo.
Parecchie sono le band femminili che si sono ispirate al ciclo mestruale per il loro nome o per le loro canzoni. Tra le prime, citiamo innanzi tutto le Period Pains (dolori mestruali), un gruppo di teenager inglesi attive nella seconda metà degli anni ’90. Suonavano un punk adolescenziale con testi insolenti, e una loro canzone s’intitolava proprio “Period Pains”. Le hard-rocker (sempre inglesi) Tampasm (tra tampax e orgasm?). E le australiane Menstruation Sisters, amiche dei Sonic Youth. Si ha inoltre notizia di almeno un paio di band chiamate PMS. Una di queste era formata da donne afro-americane, note negli USA grazie al loro pezzo “Man With The Power”, tratto da una compilation per la Black Rock Coalition.Quando si parla di tampax e punk-rock è impossibile non citare le L7, passate alla storia anche per il lancio di un tampone usato al pubblico durante un festival rock inglese in cui venivano fischiate. Pare che fossero solite lanciare assorbenti anche ai loro roadies quando questi le insultavano…
Tra le canzoni che affrontano l’argomento mestruazioni, una delle più toccanti è “My Red Self” (dalla compilation “Kill Rock Stars”, 1991) delle riot grrrl Heavens To Betsy (il gruppo di Corin Tucker prima delle Sleater-Kinney). “Qual è il colore/ il colore della vergogna/ è rosso sangue” canta Corin, rifiutando di nascondersi e di trattare la materia con imbarazzo. Per finire con: “Sono queste le mestruazioni/ troppo strane/ perché tu possa capire/ allora mi fai nascondere/ la verità da te/ mi fai nascondere/ la me stessa rossa da te”. Un pezzo molto personale ed insieme molto “politico”.Allison (Bratmobile, Cold Cold Hearts) aggiunge: “Le Cold Cold Hearts avevano una canzone intitolata “5 Signs: Scorpio” (dall’album “Cold Cold Hearts”, 1997) in cui cantavo qualcosa come “tampone sanguinante, mangialo idiota! Ebbene sì, ho davvero le mestruazioni!”. Parlava di tirare i tamponi addosso ai ragazzi che mi fanno incazzare.”The Haggard, un duo hardcore/ femminista/ queer da Portland, Oregon, sono più “politicizzate”. Nel loro album di debutto “A Bike City Called Greasy” (2000) c’è un pezzo (“Tampons”) in cui le due ci dicono di stare in guardia da chi fa affari sul corpo delle donne: “Corsie e corsie di scatole graziose per renderci senza odore, senza peli, insapori, farci proprio come ci vogliono loro, ma i loro prodotti ci uccideranno”. Affermano anche che i tamponi sono costosi e potenzialmente pericolosi, e consigliano come alternativa la spugna marina.Kevin Blechdom sceglie l’approccio ironico, e in “Binaca” (dall’album “Bitches Without Britches”, 2003) intona allegra: “Da quando mi sono venute le mestruazioni/ non devo più comprare mutandine rosse”.La star dell’hip-hop/ soul Mary J. Blige in “PMS” (dall’album “No More Drama”, 2001) si lamenta invece dei disturbi fisici ed emotivi che deve soffrire durante il periodo mestruale: “Questa è la parte peggiore di tutto/ la parte peggiore dell’essere una donna è PMS/ dammi una tregua, dammi una tregua/ perché non voglio dover aggredire questa sera”.La cantautrice soul ed attrice Cree Summer in “Miss Moon” (da “Street Faerie”, 1999) è altrettanto esplicita: “Il mio sangue è arrivato oggi/ sono gonfia e matura/ non voglio che nessuno/ mi dica cosa è giusto”.Laurie Anderson in “Beautiful Red Dress” (dall’album “Strange Angels”) è più vaga, parla di “alta marea” e di un “bel vestito rosso”.Infine, le già citate Lunachicks, che di canzoni dedicate alle mestruazioni ne hanno scritte addirittura due: “Plugg”, appunto, e “*@#%!+*” (conosciuta anche come “PMS”, dall’album “Pretty Ugly”, 1997). Abbiamo rivolto qualche domanda alla cantante ed autrice dei testi, Theo Kogan.
Puoi parlarci di queste canzoni?“Plugg” parla di quando ti vengono le mestruazioni, e della rabbia, il dolore e la frustrazione che creano – in modo ironico naturalmente. Siamo donne, perché non dovremmo scrivere delle cose che viviamo? Il ciclo mensile è una grossa parte della nostra vita. E “@#!%!!” parla della sindrome premestruale, di quanto può essere tempestosa, dolorosa e nauseante – anche questa canzone è spiritosa. Se non possiamo ridere di noi stesse, cosa possiamo fare?Credi che parlare di mestruazioni sia ancora un tabù?Sì, è certamente ancora un tabù. Se mostrassero un tampone insanguinato in un gabinetto per televisione la gente ne sarebbe spaventata! È buffo quanto sciocche siano le pubblicità. Qui ci sono questi tamponi che hanno applicatori di plastica “perlati” (che si presume esserne l’attrazione). È ridicolo. E il cotone non sbiancato e totalmente naturale? Non ci sono pubblicità per quello…Io scelgo di parlarne abbastanza apertamente, anche con i miei amici uomini. Dico loro che mi sento di merda perché ho le mestruazioni o che ho i crampi.Credi che gli uomini ne siano imbarazzati?Alcuni sì, non le capiscono quindi ne sono disgustati o spaventati, ma altri sono più comprensivi, specialmente se hanno avuto lunghe relazioni con donne.Nella tua cultura, che nomi si usano per indicare il mestruo?“Aunt flow” (zia flusso), “big red” (grande rosso), e quella vecchia è “the curse” (la maledizione).Che cosa fai per combattere i dolori mestruali?Advil. I thermal pack che arrivano dal Giappone, ma che ora si trovano anche qui negli USA, nei drugstore. Rimangono caldi per 8-12 ore e puoi fissarli ai vestiti. Inoltre, massaggi, agopuntura, erbe, camomilla e balsamo di tigre sulla pancia.
Articolo di Jessica Dainese per Alias.

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