Ho le mie cose!

LE MESTRUAZIONI IN MUSICA
What a drag/ to be on the rag” (“Che scocciatura/ avere le mestruazioni”) cantavano le Lunachicks in “Plugg” (dall’album “Binge And Purge” del 1992).E come dar loro torto? Anche se per qualche donna il ciclo mestruale merita di essere celebrato quale icona di femminilità e potere, la realtà è che le mestruazioni sono soprattutto una faccenda fastidiosa, costosa e spesso dolorosa. Come se questo non bastasse, e nonostante il ciclo sia un avvenimento naturale, da sempre è circondato da un alone di silenzio, imbarazzo, e pregiudizi, terreno fertile per la nascita di assurde leggende e divieti. Non si parla delle mestruazioni. Se proprio si deve, non si chiamano con il loro nome, ma con i mille appellativi fantasiosi inventati apposta (“le mie cose”, “il marchese” etc.). Anche nella società moderna, l’argomento è ancora tabù. Ad esempio, nelle pubblicità di assorbenti e tamponi il sangue mestruale è di colore blu e non rosso.Del mestruo ne parlano invece spesso le fanzine riot grrrl o punk-femministe, dai primi anni ’90 ad oggi, accanto ad altri argomenti che riguardano il corpo femminile, come i disordini alimentari, lo stupro, l’aborto: dall’americana “Hag Rag” di Tanya, che produce anche assorbenti riciclabili in tessuti fantasia (vedi il sito web: http://www.hagrag.bigstep.com), alle italiane “Whoooyeah” di Reic (nel numero sei: fumetto “Lose the tampon”, articolo sulla presunta pericolosità degli assorbenti interni e sui metodi alternativi) e “Sisters’ zine” di Consuelo (con il numero sei in omaggio un O.B.!).Ai Ladyfest, inoltre, i banchetti che vendono alternative ai tamponi accanto a dischi punk e fanzine non sono una vista rara. Durante alcuni di questi festival si svolgono addirittura dei workshop sulla “Radical Menstruation”, in cui si discute sull’industria degli assorbenti, considerati dannosi per la salute e per l’ambiente, s’impara a confezionare da sole la propria “protezione femminile” e a ridurre i crampi e i dolori del ciclo.
Parecchie sono le band femminili che si sono ispirate al ciclo mestruale per il loro nome o per le loro canzoni. Tra le prime, citiamo innanzi tutto le Period Pains (dolori mestruali), un gruppo di teenager inglesi attive nella seconda metà degli anni ’90. Suonavano un punk adolescenziale con testi insolenti, e una loro canzone s’intitolava proprio “Period Pains”. Le hard-rocker (sempre inglesi) Tampasm (tra tampax e orgasm?). E le australiane Menstruation Sisters, amiche dei Sonic Youth. Si ha inoltre notizia di almeno un paio di band chiamate PMS. Una di queste era formata da donne afro-americane, note negli USA grazie al loro pezzo “Man With The Power”, tratto da una compilation per la Black Rock Coalition.Quando si parla di tampax e punk-rock è impossibile non citare le L7, passate alla storia anche per il lancio di un tampone usato al pubblico durante un festival rock inglese in cui venivano fischiate. Pare che fossero solite lanciare assorbenti anche ai loro roadies quando questi le insultavano…
Tra le canzoni che affrontano l’argomento mestruazioni, una delle più toccanti è “My Red Self” (dalla compilation “Kill Rock Stars”, 1991) delle riot grrrl Heavens To Betsy (il gruppo di Corin Tucker prima delle Sleater-Kinney). “Qual è il colore/ il colore della vergogna/ è rosso sangue” canta Corin, rifiutando di nascondersi e di trattare la materia con imbarazzo. Per finire con: “Sono queste le mestruazioni/ troppo strane/ perché tu possa capire/ allora mi fai nascondere/ la verità da te/ mi fai nascondere/ la me stessa rossa da te”. Un pezzo molto personale ed insieme molto “politico”.Allison (Bratmobile, Cold Cold Hearts) aggiunge: “Le Cold Cold Hearts avevano una canzone intitolata “5 Signs: Scorpio” (dall’album “Cold Cold Hearts”, 1997) in cui cantavo qualcosa come “tampone sanguinante, mangialo idiota! Ebbene sì, ho davvero le mestruazioni!”. Parlava di tirare i tamponi addosso ai ragazzi che mi fanno incazzare.”The Haggard, un duo hardcore/ femminista/ queer da Portland, Oregon, sono più “politicizzate”. Nel loro album di debutto “A Bike City Called Greasy” (2000) c’è un pezzo (“Tampons”) in cui le due ci dicono di stare in guardia da chi fa affari sul corpo delle donne: “Corsie e corsie di scatole graziose per renderci senza odore, senza peli, insapori, farci proprio come ci vogliono loro, ma i loro prodotti ci uccideranno”. Affermano anche che i tamponi sono costosi e potenzialmente pericolosi, e consigliano come alternativa la spugna marina.Kevin Blechdom sceglie l’approccio ironico, e in “Binaca” (dall’album “Bitches Without Britches”, 2003) intona allegra: “Da quando mi sono venute le mestruazioni/ non devo più comprare mutandine rosse”.La star dell’hip-hop/ soul Mary J. Blige in “PMS” (dall’album “No More Drama”, 2001) si lamenta invece dei disturbi fisici ed emotivi che deve soffrire durante il periodo mestruale: “Questa è la parte peggiore di tutto/ la parte peggiore dell’essere una donna è PMS/ dammi una tregua, dammi una tregua/ perché non voglio dover aggredire questa sera”.La cantautrice soul ed attrice Cree Summer in “Miss Moon” (da “Street Faerie”, 1999) è altrettanto esplicita: “Il mio sangue è arrivato oggi/ sono gonfia e matura/ non voglio che nessuno/ mi dica cosa è giusto”.Laurie Anderson in “Beautiful Red Dress” (dall’album “Strange Angels”) è più vaga, parla di “alta marea” e di un “bel vestito rosso”.Infine, le già citate Lunachicks, che di canzoni dedicate alle mestruazioni ne hanno scritte addirittura due: “Plugg”, appunto, e “*@#%!+*” (conosciuta anche come “PMS”, dall’album “Pretty Ugly”, 1997). Abbiamo rivolto qualche domanda alla cantante ed autrice dei testi, Theo Kogan.
Puoi parlarci di queste canzoni?“Plugg” parla di quando ti vengono le mestruazioni, e della rabbia, il dolore e la frustrazione che creano – in modo ironico naturalmente. Siamo donne, perché non dovremmo scrivere delle cose che viviamo? Il ciclo mensile è una grossa parte della nostra vita. E “@#!%!!” parla della sindrome premestruale, di quanto può essere tempestosa, dolorosa e nauseante – anche questa canzone è spiritosa. Se non possiamo ridere di noi stesse, cosa possiamo fare?Credi che parlare di mestruazioni sia ancora un tabù?Sì, è certamente ancora un tabù. Se mostrassero un tampone insanguinato in un gabinetto per televisione la gente ne sarebbe spaventata! È buffo quanto sciocche siano le pubblicità. Qui ci sono questi tamponi che hanno applicatori di plastica “perlati” (che si presume esserne l’attrazione). È ridicolo. E il cotone non sbiancato e totalmente naturale? Non ci sono pubblicità per quello…Io scelgo di parlarne abbastanza apertamente, anche con i miei amici uomini. Dico loro che mi sento di merda perché ho le mestruazioni o che ho i crampi.Credi che gli uomini ne siano imbarazzati?Alcuni sì, non le capiscono quindi ne sono disgustati o spaventati, ma altri sono più comprensivi, specialmente se hanno avuto lunghe relazioni con donne.Nella tua cultura, che nomi si usano per indicare il mestruo?“Aunt flow” (zia flusso), “big red” (grande rosso), e quella vecchia è “the curse” (la maledizione).Che cosa fai per combattere i dolori mestruali?Advil. I thermal pack che arrivano dal Giappone, ma che ora si trovano anche qui negli USA, nei drugstore. Rimangono caldi per 8-12 ore e puoi fissarli ai vestiti. Inoltre, massaggi, agopuntura, erbe, camomilla e balsamo di tigre sulla pancia.
Articolo di Jessica Dainese per Alias.

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