"Caro presidente pochi soldi per un figlio vado ad abortire"

Articolo da "La Repubblica" del 30 aprile 2008


Abortire perché non bastano i soldi. Non perché il bambino è gravemente malformato, non perché si è vittime di uno stupro, non perché si è sole senza un uomo accanto. Sandra (nome di fantasia) a 29 anni non se la sente, non ce la fa a diventare mamma: il motivo è che il suo è un lavoro precario, la sua esistenza è precaria, precari sono i suoi orizzonti. Ha fatto i conti e con sgomento ha deciso: un figlio è un lusso che non può permettersi. E così ha scritto un appello al presidente Napolitano cui ha dato un titolo terribile: "Necrologio di un bimbo che è ancora nella mia pancia". Scoprirsi incinta le ha procurato "un'emozione bruciante, una felicità incontenibile", ma ben presto "la ragione ha preso il posto del cuore". Scrive nella lettera-appello che sta per inoltrare al Quirinale e che ha spedito al nostro giornale: "Presidente, ora devo scegliere se essere egoista e portare a termine la mia gravidanza sapendo di non poter garantire al mio piccolo neppure la mera sopravvivenza, oppure andare su quel lettino d'ospedale e lasciare che qualcuno risucchi il mio cuore spezzato dal mio utero sanguinante, dicendo addio a questo figlio che se ne andrà per sempre"....leggi il resto

1 commento:

Anonimo ha detto...

Sto per avere un figlio dalla mia ragazza... lei senza lavoro e giovane ed io con mille euro per tutti e tre...
E' difficile ma non impossibile, per chi invece ha un lavoro precario, un contratto co co co co co comecavolo fa?
Grazie Italia... grazie veramente. Non ci ami, dovremmo amarti noi?
E' un amore non corrisposto, lo stesso amore per cui in passato tanti sono morti, tanti hanno lottato.