Il Pedro pensiero.

Uno sguardo sghembo sulla società oltre le convenzioni, oltre i generi e gli schemi dati, è questo il cinema di Almodovar.Nessuno come lui sa trasformare e mettere d'accordo il grottesco, il kitsch, il melodramma e la commedia in sferzanti spaccati di vita.

Odia le etichette e le formule soprattutto quella dell’autore di gay movies che considera limitativa e sessista. E’ stato definito il Fassbinder spagnolo e lui stesso afferma: “come il povero Fassbinder, i miei film raccontano soprattutto storie di donne, perché le donne, almeno in Spagna, sono più interessanti, più vitali, più libere e con meno pregiudizi. Il mondo oggi è loro, ed è per questo che la società maschile cerca sempre di reprimerle, di accantonarle". Gineceo bizzarro quello almodovariano.
Le sue donne sono forti e volitive sempre pronte a solidarizzare tra loro sono sull’orlo di una crisi di nervi ma si mantengono perfettamente in equilibrio. Sono madri, attrici, suore di strada, lesbiche, infermiere, prostitute che si ammalano di aids o vanno in pensione. In “Tutto su mia madre” e ancor più in “Volver” si celebra il trionfo del matriarcato. Figura fondamentale quella materna per il regista, quando ne parla teorizza:
«Il rapporto con una madre non ha bisogno di parole, è racchiuso in un gesto». È lei, sottolinea il regista, che gli ha insegnato a «colorare la realtà» proprio perché a tre anni l’avevano già obbligata a portare il lutto. È lei che gli ha insegnato ad annaffiare i fiori anche se sono di plastica, a credere nelle storie dei fotoromanzi come se fossero vere, a dialogare con i ramarri e con le lucertole, ad ascoltare «l’unica musica del cuore che esista, e cioè bolero». Figlio della Spagna post franchista quando parla di famiglia non conosce mezze misure: «Ho pensato tante volte di cercare la ragazza giusta e avere con lei un figlio biologico. Il punto è che io desidero avere un figlio, ma non una famiglia, strumento primario di repressione. Nessuno può ricattarti così bene, così brutalmente, così crudelmente e dolorosamente come la famiglia. La famiglia controlla le tue viscere». E a rafforzare quanto afferma ci regala un ricordo intimo, si tratta ancora di sua madre:
"in ginocchio davanti a mio padre per lavargli i piedi in una catinella, con pazienza e cura. E' un'immagine che sin da bambino mi ha fatto pensare alla coppia, al matrimonio, come a una ingiustizia e una sopraffazione. Mia madre vive tuttora dove io sono nato, la Mancha, quella di Don Chisciotte, da cui sono fuggito e dove tuttora regna il più violento maschilismo anche tra i giovani. I miei ricordi infantili sono tutti legati alle donne, al loro sussurrare, e sostenersi, e aiutarsi, e nascondere tutto ciò che avrebbe suscitato la facile ira maschile, messo a repentaglio la famiglia. A me un mondo di donne in cui gli uomini con il loro potere e la loro violenza stanno sullo sfondo, sembra il migliore possibile, quello che ha più probabilità di assicurarci un futuro".
Dimenticavo combatte con le diete e soffre vertigini.

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